Il castello Aselmeyer è stato progettato dall’architetto anglo-napoletano Lamont Young, situato al corso Vittorio Emanuele a Napoli nel quartiere Chiaia. Prende la denominazione attuale solo dopo che Carlo Aselmeyer lo acquista. Originariamente veniva invece conosciuto come Castello Grifeo.
L’edificio fu eretto definitivamente nel 1902 come residenza personale del costruttore Lamont Young ma solo due anni dopo, nel 1904, fu venduto al banchiere Carlo Aselmeyer, nel momento in cui lo stesso Young si trasferì sull’isola della Gaiola. Nel corso degli anni successivi, gli ambienti interni sono stati man mano sempre più frazionati, dando vita a diversi spazi divenuti appartamenti privati.
Il progetto del castello Aselmeyer risulta una combinazione di elementi dell’architettura gotica inglese, come archi inflessi o ogivali e presenta torri sporgenti, in modo da dare al castello un’impronta di carattere medievale. Inoltre meritano annotazione anche i materiali utilizzati per edificare il castello. Infatti, la facciata, costituita da due torri laterali, è rivestita interamente da bugne in pietra vesuviana, mentre gli interni (soffitti, pavimenti, pareti, scale, porte) sono tutti in legno.
Chi era l’architetto Lamot Young
Sappiamo poco di questo personaggio ma possiamo dire che Lamont Young nacque a Napoli nel 1874, nato da padre britannico e mamma indiana. Pur essendo nato a Napoli e riconosciuto popolarmente come napoletano, non acquisì mai la cittadinanza italiana.
Lamot è stato un architetto e urbanista britannico che a soli 23 anni partecipò ad un bando del Comune di Napoli proponendo il primo progetto di metropolitana, piano mai realizzato per suo conto.
Il castello Aselmeyer sarà un’opera decisamente rilevante sul territorio partenopeo e importante per lo stesso architetto, tanto che dopo circa venti anni Lamot edificherà, sempre a Napoli, un secondo edificio il quale ricorda in molti aspetti quello di corso Vittorio Emanuele. L’edificio prende il nome di Villa Ebe, situato nei pressi delle rampe di Pizzofalcone.